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74 pensieri poetici, ec.

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Se non felice, renderian men aspro
  Questo campo di triboli. Se scevri
  Breve schiera di eletti, o Federico,
  Che di nobile culto ite onorando220
  La diserta parola, oggi rissosa,
  Più che pugnante, e, più che savia, astuta
  Rifrugatrice d’indici gualciti,
  Arida macra ed inamabil passa
  L’eloquenza del foro Italo; ed ove225
  Alcun memore brivido l’assaglia
  De l’avito decor, tumida e impura
  Esorbita, e le sale ampia dilaga
  Romoreggiando; perocchè de l’arte
  Sparver le dighe. Non dirò già come230
  La dignità del porgere incurata,
  Quasi per vezzo, or sia. Deh come ad essa
  Tenean quei grandi, e in che minute prove
  Spendean gli ozi solinghi! Allor sì fino
  E verecondo era de l’arte il senso,235
  Che s’ebbe a colpa, perorando, il braccio
  Svolger dal manto. Così calmo e grave
  Aristide vedrai sorger fra’ marmi
  Partenopei: con una man sul petto
  Contiensi il pallio, che girando a manca240
  Su per la spalla il ravviluppa, e cade
  In finïenti pieghe, onde traspira
  Serena e mite maestà. Beato
  L’occhio che il vide in quell’augusta posa
  La tribuna occupar! Corporea luce245
  De l’alma è il gesto; musica visiva,

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