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E a poco a poco ripigliò decoro,
E il cor le rifiorì. Lungo i moreschi530
Suoi molli appartamenti in urne d’oro
Splendeano i fior’ più graziosi e freschi:
Ambre, ottomane di gentil lavoro,
Tende fiorate e lucidi rabeschi,
Pendenti lampe d’alabastro, e mille535
Gemme profuse e preziose armille.
Quando sciogliea la voce armoniosa
De l’auree corde al fremito sposata,
Pareva Uris cantante in ciel di rosa
Da trasparenti nuvole velata.540
Così l’ore traea l’avventurosa
Giovinetta romita, amante amata,
E omai serena su la sua fortuna
I suoi raggi spandea la sesta luna.
Ma nel cuore d’Osmàn l’ira concetta545
Più foscamente ardea. Dal dì fatale
Che disparve da lui la giovinetta,
Mai non levò la man dal suo pugnale.
Industriosa e vigile vendetta
Gli era perpetuamente al capezzale;550
Ed ei fremendo sul Coran giurava
Che viva o spenta rïavria la schiava.
E cento intorno prezzolate spie
Il superbo lanciò, che d’anelanti
Segugi in guisa per diverse vie555
Corser, de l’ira del Pascià tremanti.