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sulla tomba di alessandro poerio | 251 |
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Ch’egli non abbia a maledir deluso
Al sangue sparso pei fratelli suoi!190
L’eroe più sconsolato egli non sia
Fra i martiri di Grecia e d’Ungheria.
Quest’Italia dorò degl’innocenti
Suoi sonni il sogno: a questa Italia aderse,
Adulto nella vita, i suoi concenti:195
D’Italia pianse ne le sorti avverse:
Tutto sfidò per lei: tutt’i tormenti
Che sa crear la tirannia, sofferse:
E sempre in lei tenne pensiero e ciglio
Fra gli orror de la guerra e dell’esiglio.200
Ei non volò fra l’armi, uso com’era,
Penna ed arpa trattar, perchè cadesse
Sotto ai suoi colpi l’inimica schiera,
E in lui la patria il suo campion si avesse;
Altra speranza il mosse, e lusinghiera205
Fra l’armi e il sangue perigliante il resse:
Sperò che fosse la sua morte ardita
Al cor dei pigri incitamento e vita.
Ma — poeta guerrier — quando cadevi
Innanzi all’ira dei tedeschi acciari,210
E nel nome d’Italia il dì perdevi
Ai suoi cieli converso ed ai suoi mari,
O poeta guerrier, tu non sapevi
Quanto noi siam del nostro sangue avari,
Tu non sapevi che devota ai marmi215
Italia abborre la battaglia e l’armi!