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254 | sulla tomba di alessandro poerio |
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Qual merto ha l’urna d’un guerrier fra vivi,
Che son dell’armi e della guerra schivi?...
Tutta Italia riarda in una fiamma,
Non dia mai posa all’invasor protervo,
Compia col ferro di tant’anni il Dramma,275
Non sia più patto fra tiranno e servo:
Ove palpiti un uom, ch’abbia una dramma,
Di sangue in petto e ne le braccia un nervo
Prenda l’armi e combatta! E allor quest’ossa
Superbiran dalla marmorea fossa!280
Guerra, guerra, per Dio, guerra mortale,
Insistente, feroce, unica, estrema!
Ogni città sovrana, ogni casale
L’ultima stilla del suo sangue sprema!
Come Ocean per turbine ferale,285
Quant’è l’Italia si convella e frema!
Un impeto concorde! Un trar di spade!
E libere saran queste contrade!
E chi per sesso e per età mal puote
Nella campal giornata empier le file,290
I suoi tesauri generoso or vuote
Per chi combatte la potenza ostile;
Preghino Iddio le vergini devote,
O s’armi anch’essa la beltà gentile:
Ognun renda la vita al suol natio,295
Ai posteri la fama, e l’alma a Dio!
S’altro desio vi muove, io maledico
A questa tomba, che per me si eleva!