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IL CARMELO




I

Ove da l’egro error, da le profonde
  Tenebre de la colpa a più lucenti
  Spazi, a più santa regiön, qual vaga
  Farfalla a lampa ammalïante, aneli,
  Liberi voli aprendo, anima ardente,5
  Dolce, o Fede, tu sei, pari a minuta
  Pioggia sul curvo tulipan rïarso
  Da la sabbia infuocata! e abbandonando
  Questa valle di tombe, ove già troppa
  È la morte dei vivi, avventuroso10
  L’occhio tu volgi a l’orïente, a l’alma
  Mistica porta de la luce; ch’ivi
  Il tuo primo sorriso, arca del Cielo,
  Lampeggiò da le sfere, ivi ponesti,
  Ricco d’eterno seme, il primo fiore15
  De la speranza! — A le sante aure, ai colmi
  Lavacri del Giordano, ai primi soli,
  Radïati a l’estatica pupilla
  Dei Patriarchi, il cor ritorna, e, come
  Esuberante di più fresca vita,20
  Nè l’antica innocenza, in l’operoso
  Vigor del mondo giovinetto è schiuso.

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