< Pagina:Canti (Sole).pdf
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Canti (Sole).pdf{{padleft:58|3|0]]

AL MARE JONIO





I

Bella, o classico mare, è la celeste
Volta che t’incolora; o il suo più fosco
Antelucano azzurro entro i tuoi brevi
Seni rifletta, o le tue limpid’acque
De la sua luce declinante irrighi,5
Bella, o classico mare, è la celeste
Volta che t’incolora. Ove più cupo
Sona il pianto di Scilla, ove solingo
Di Leuca il capo sovra l’onde avvalla
La tremula penombra e tu componi10
Le correnti de l’Adria e le Tirrene,
Volsi la prua notturno; e a l’incessante
Palpito invitto de’ fraterni mari
In lungo amplesso quïetanti, il carme
Volò fremendo sovra l’acque!15

II


  Io solco,
Jonio, le tue pianure. Alta sul mondo
Dorme la notte: pel tuo curvo lido
I fochi de’ casali ardon remoti,


    Sole. — Poesie 1

    [[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Canti (Sole).pdf{{padleft:58|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.