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tale, de l’acque croscianti l’impeto
domato, corre utile e docile,
lungh’esso metallici nervi,
40per dar vita a mirabili ingegni.
Liete ne suonan le valli, stridono
argute seghe, nel novilunio
di stelle lucente prodigio
44i dispersi villaggi corona.
Tutte di pace fioriscon le opere.
Di gravi spiche, di pingui grappoli,
che il sole penetra e matura,
48la collina turrita si adorna.
Sonaro un tempo d’armi e di gemiti,
di fratricide armi rifulsero
un tempo le torri grifagne;
52or la capra tra i ruderi bruca,
che la vitalba profuma e l’edera
riveste, lieti nei sotterranei
ridotti gorgogliano i tini
56di vendemmia ricolmi, e di fiori
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