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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Canti del Friuli.djvu{{padleft:57|3|0]]
allora, e, Italia ripeteva l’eco
delle montagne ridestata, mentre
tu trascorrevi la marina bassa
20d’Adria cercando.
E tal fluivi silenziosamente
fra le terrazze digradanti al piano,
quando assetate alle tue sponde scesero
24le scalpitanti
poledre irsute di Pannonia e gli Ungheri
le insanguinate lancie risciacquarono
nella tua onda. A te chiedeva allora
28il desolato
popolo scampo, e tu, lento scorrente,
ultimo asilo gli serbavi, chiuse
fra le tue braccia e il mar vasto, le infide
32velme di sabbia.
Salve, bel fiume del mio canto; ancora
risonò d’armi la tua riva quando
la ghibellina patriarcale lupa,
36tenne alla guelfa