< Pagina:Capuana - Eh! La vita.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

don mignatta 113

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Capuana - Eh! La vita.djvu{{padleft:119|3|0]]col sorriso delle belle labbra tumide e voluttuose, modulando la voce come un gorgheggio, incalzando di mano in mano che don Mignatta, da rigido mentre parlava il marito, era già arrivato a scotere lievemente la testa approvando.

— Ah! Se vossia mi dà questa sodisfazione!

E a don Mignatta parve che, così parlando, gli promettesse tutte le gioie del paradiso.

E fu davvero una bella sodisfazione per comare Grazia lo stare dietro il bancone della merceria rilevata dalle mani di mastro Ignazio Cerasa, con gli scaffali ripuliti a nuovo, rifornita di merci di ogni genere, con le vetrine mobili ai lati della porta, dove stavano esposte tante belle cosette che facevano fermare la gente e servivano di richiamo.

Don Mignatta era socio, ma nessuno, da principio, lo sospettava. Zùccaro non aveva smesso, per ora, la bottega di erbivendolo e di rivenditore di formaggio a minuto. La merceria era pochi metri più in là, nel centro della Piazza: e don Mignatta che vi passava lunghe ore seduto a covare con gli occhi la bella merciaia, cominciava a seccarsi di vederlo comparire, di tratto in tratto, in maniche di camicia, o sbracciato con addosso il puzzo dei cavoli, delle lattughe, delle cipolle e degli agli ri-

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.