Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
118 | luigi capuana |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Capuana - Eh! La vita.djvu{{padleft:124|3|0]]
— Don Calogero! Oh Dio! — esclamò Zùccaro, spaventato alla sua volta. — Don Calogero!
Lo mise a sedere su la seggiola a braccioli davanti a la scrivania, scotendolo per farlo rinvenire.
C’era mancato poco che don Mignatta non fosse andato improvvisamente a succhiare il sangue dei poveri dell’altro mondo, se questo accade anche colà.
Invece, riavendosi, cominciò lui a minacciare:
— La bottega è mia!... È sangue mio! C’è la giustizia per farvelo ricordare.
— Vi ho detto: cinquanta lire al mese, perchè sono persona onesta. Potrei rispondervi: Chi vi ha visto prima d’oggi? Avete forse carte? Ci sono testimoni?
— Ah! Vi abusate della mia buona fede!
— E voi... che vi eravate messo in testa, voi? Dovrei gridare in piazza: — Ecco cinquanta lire di quel ladro di don Mignatta! — E spartirle tra i poveretti che avete strozzati... Non temete: ve le porterò, puntualmente, a ogni primo di mese. E se durante questo tempo... — la vita e la morte sono nelle mani di Dio — vi farò dire tante messe con quel che rimarrò a darvi.... se pure vi gioveranno!
— Grazie! Grazie!... Fate bene a questo mondo;