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pasqua senz'alleluja 13

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— Che diresti tu se io tentassi di guastarti il nido?

— Con me è un’altra cosa.

— È un’altra cosa anche con me. E facciamo conto che non ci siamo visti, se sei un uomo, e se hai stomaco.

Lo stesso giorno, Nino si presentò a mastro Tano il suonatore che accompagnava le notturne di Saro Barreca.

— Per tre, quattro nottate, di domenica...

— Impossibile. Sono impegnato.

— Vi pago il doppio. Non faticherete niente. Dovrete sparire; e càlia e vino quanto ne vorrete, voi e i vostri compagni.

— Che mi fate fare!

— Questa è la caparra.

Senza mastro Tano era impossibile di combinare una serenata. Il suo violino parlava: — Buona sera! Buona sera! — con la voce di un cristiano. E se, smesso il violino, egli prendeva a suonare lo zufolo di canna, altro che il flauto del farmacista Arcurio quando egli vi soffiava: Mira Norma, ai tuoi ginocchi.... e la gente si affollava davanti alla farmacia!

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