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un sogno 221

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Capuana - Eh! La vita.djvu{{padleft:227|3|0]]piacere di quest’ora di dolce intimità che avete voluto procurarmi. Si può bere.... alla salute di un morto?

— Alla salute eterna! — direbbe il parroco.

— Beviamo alla sua cara memoria.

— Beviamo!

Così i quattro amici finirono di festeggiare quella sera il ritorno di don Ciccio Lanuzza al paese nativo d’onde mancava da più di dieci anni.

La cena avveniva nell’«Albergo Nuovo» di cui uno degli amici era azionista. Nuovo sì, ma piccolo: otto stanze in tutto, compresa la sala da pranzo. E quella sera don Ciccio Lanuzza era l’unico passeggero.

Preso il caffè, accesi i sigari, dopo alcuni momenti di silenzio, egli tornò a parlare del morto.

— Povero Natale! Che malattia lo ha ucciso?

— Mah!...

— Si dicono tante cose....

— Se ne dovrebbe, forse, mescolare la Giustizia.

— La Giustizia? Perchè?... Che mi fate sospettare!

— Non sei solo a sospettarlo.

— La moglie?

— O il ganzo.

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