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pasqua senz'alleluja 23

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Nino, con le braccia dietro la schiena, in piedi davanti al Parroco attendeva la risposta decisiva, che questi pareva cercasse nel breviario aperto sul tavolino per dire l’uffizio.

— E vossia farà la buona Pasqua col tacchino che riceverà sabato mattina...

— Oh, per me, nulla! Io non c’entro! Io non c’entro! — protestò il Parroco. — Per la chiesa, per la campanella... una salma di farro o il prezzo. Sei contento? Faccio una particolarità, per riguardo di tua madre che è una gran devota.

— E il tacchino... lo manderà mia madre. Le bacio la mano!

La gnà Vicenza, col pretesto delle funzioni religiose della settimana santa, stava attorno a Maria Ledda per riportare notizie, per battere il ferro, come lei diceva, mentre era caldo, perchè quella benedetta ragazza riguardo alla fuga, aveva un cuor d’asino e un cuor di leone, secondo i momenti e le piccole circostanze. E Nino le andava dietro da una chiesa all’altra, facendo le viste di visitare i santi Sepolcri. E più tardi, durante la processione del Cristo alla Colonna, si strizzava rabbiosamente le mani e si mordeva le labbra, per quella malombra di Saro Barreca, che, assieme con Piz-

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