< Pagina:Capuana - Eh! La vita.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

l’«omo selvaggio» 301

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Capuana - Eh! La vita.djvu{{padleft:307|3|0]]quando fu l’aurora. La ragazza sembrava un’altra, allegra, chiacchierina, come se i La Rossa, madre e figlio li avesse conosciuti da anni. Si era lavata, pettinata, ravviata, ripetendo spesso:

— È stata una fortuna per noi! Un morto e quattro feriti, dunque!... Oh, Dio! Oh, Dio!... Che bella bottega, è vero, zia? Vengano da noi per la festa del nostro patrono San Cipriano; anche senza il pretesto della festa... Capisco: non può abbandonare la merceria... Che peccato!

Ogni parola di lei Pietro La Rocca se la sentiva scendere in fondo all’anima, lieto, commosso anche delle espressioni più insignificanti. E quando le due donne furono andate via, Pietro rimase mezzo intontito; se qualcuno degli avventori gli diceva:

— Don Pietro, dove avete la testa?

Rispondeva sorridendo:

— Su le spalle, caro amico.

Ma non sapeva risolversi.

— Che ne dici, mamma?

— Sei tu che devi scegliere.

Si decise tutt’a un tratto.

— Anche perchè si chiama Caterina, come te, mamma.

Questo gli parve di buon augurio.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.