< Pagina:Capuana - Eh! La vita.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

rinnovamento 85

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Capuana - Eh! La vita.djvu{{padleft:91|3|0]]ritare la liberazione che, almeno apparentemente, salda tutto con una palla di rivoltella o con qualunque facile mezzo che tronchi la vita.

Era cascato a terra, estenuato dalla insolita fatica e dalla fame, in pieno meriggio, vicino a una casa di contadini...

E dopo tanti anni — venticinque! — il ricordo assumeva ancora sembianza di sogno, quasi neppure il sapersi già maestro elementare, stimato e voluto bene nonostante la sua vita appartatissima in quel ridente paesetto nascosto tra le colline, quasi neppur questo riuscisse talvolta a convincerlo che proprio si trattasse di avvenimento reale.

E allora, coi gomiti appoggiati sul piano del tavolino, e la testa tra le mani, si lasciava trascinare dalla immaginazione verso quegli inizi della sua nuova esistenza, quando, rifocillato dal cibo apprestatogli dai due vecchi contadini, marito e moglie, accorsi a sollevarlo da terra e a trasportarlo sul letto, e, più, ristorato da parecchie ore di sonno, si destava salutato da un signore non più giovane, accompagnato da quattro ragazzi che lo chiamavano babbo, già informato dal mezzadro di quanto era accaduto.

Venticinque anni addietro! E gli sembrava caso

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.