< Pagina:Cattermole - Versi, Roma 1883.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Cattermole - Versi, Roma 1883.djvu{{padleft:170|3|0]]
ARRIVO DELLA POSTA AL CAMPO
I
DA’ ridenti villaggi in riva a ’l mare,
Da qualche antico chiostro a snelle arcate,
Da un bianco montanino casolare,
Da le città di popolo affollate,
Vengon lettere a ’l campo; e un cicalare
Tosto è di rotte frasi concitate,
Un correr da ogni parte, un afferrare
Di mani tremolanti ed abbronzate.
Lento in quel mentre da un’alpestre via
Torna da una sua gita vagabonda
Un tenentino di cavalleria.
— Per lei, tenente. — Ei prende il foglio e gaio
L’apre pensando a una duchessa bionda:
Maledizione! È il conto de ’l sellaio.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.