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ALBA

(A MIA MADRE)

APRO i vetri e respiro. Appar l’aurora
  Tremolando de’ monti in su la cresta;
  Cupo è il verde de i boschi, e non ancora
  De ’l sole a ’l bacio la natura è desta.

Fu lunga e tetra la mia notte, ed ora
  Che l’alba sorge vaporosa e mesta,
  Col tedio che in me vive e mi divora,
  Chiedo qual nuova lotta il di m’appresta.

Ahi, non gioie d’amor nè sogni d’arte,
  Che m’assentano l’estasi o l’oblio,
  Che m’infiammino il sangue od il pensiero!

Ma quando il sol da i nostri occhi si parte,
  Verrò pace chiamando, angelo mio,
  Là dove dormi tu ne ’l cimitero.

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