< Pagina:Cattermole - Versi, Roma 1883.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Cattermole - Versi, Roma 1883.djvu{{padleft:46|3|0]]


II

PUR gran tempo non è ch’egli solea
  Con arte eletta modular un canto,
  Allor che assorta ne la stessa idea
  Fra un bacio e un motto io gli venia d’accanto.

Azzurreggiando da lontan fremea
  L’onda ridesta, il golfo era un incanto;
  Su i colli il sole un tono d’òr mescea
  De ’ palmizi e de i cedri a ’l ricco ammanto.

Or quel sogno dov’è? Chi v’ha dispersi,
  Vivi colori ed armonia gradita?
  Io per sempre ho d’intorno ombra e silenzio.

Egli raccozza i più grotteschi versi,
  Sfoghi de la sua musa inebetita
  Da l’orgie, da i bagordi e da l’assenzio.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.