< Pagina:Cattermole - Versi, Roma 1883.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Cattermole - Versi, Roma 1883.djvu{{padleft:48|3|0]]
IV
FORSE non è così perverso e abbietto
Come egli stesso d’atteggiarsi ostenta,
Forse gli piange l’anima scontenta
In quel riso di cinico dispetto;
Forse gli sembra, ovunque abbia ricetto,
La vita consumar stupida e lenta,
Forse quel core un senso alto sgomenta
Ne i sozzi baci d’un pagato affetto. —
Così penso di lui mentre talora
Fantasticando a la mia casa torno,
D’un bel tramonto su la placid’ora.
E fra simili sogni oh, Dio non faccia
Che lo incontri giammai, perchè quel giorno
Sento che a perdonargli apro le braccia.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.