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IV

FORSE non è così perverso e abbietto
  Come egli stesso d’atteggiarsi ostenta,
  Forse gli piange l’anima scontenta
  In quel riso di cinico dispetto;

Forse gli sembra, ovunque abbia ricetto,
  La vita consumar stupida e lenta,
  Forse quel core un senso alto sgomenta
  Ne i sozzi baci d’un pagato affetto. —

Così penso di lui mentre talora
  Fantasticando a la mia casa torno,
  D’un bel tramonto su la placid’ora.

E fra simili sogni oh, Dio non faccia
  Che lo incontri giammai, perchè quel giorno
  Sento che a perdonargli apro le braccia.

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