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PRIMO INCONTRO

CHI gliel’avea descritta una sirena
  Da gli accenti incantevoli e mendaci,
  Chi maliarda d’artifizi piena
  Che una vita suggea con pochi baci.

Chi la diceva pia come una suora,
  Chi pensierosa più d’ogni poeta,
  Perfida notte o sfolgorante aurora,
  Idol celeste o dispregevol creta.

Tutto questo pensando, ei da la porta
  Ne la stanza guardò: vide ch’ell’era
  Prona accanto a una bimba, e tutta assorta
  Ne’l vestirle una bambola di cera.

Non demonio, non maga nè Madonna,
  Ma una figura semplice e pudica,
  Figura che leggiadra e nobil donna:
  Ond’ei le s’inchinò come ad amica.

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