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Fratelli.
Quanti viviamo? Quanti sparvero? Io
li lasciavo a l’autunno ilari e sani:
morivano, nascevano lontani:
la culla non cessava il dondolio.
L’ultima quando è morta, morì Dio
in me. Soffrì spasimi disumani.
Viva si decompose. Oh tenui mani
che sogno ancora tese a dar l’addio!
Dove sparite (emerge il vostro viso
rivolto a noi sul mar dell’ombra) dove,
bimbi, pur ieri annidïati in culla?
Nell’aria vaporate a l’improvviso
o qui mutati rivivete, o altrove?
Ma il nulla, no! Strana parola. Nulla!
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