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Guidarello

nel Museo di Ravenna.

  Ti sogno, Guidarello, orbite cave,
  labbra contratte, emunte gote. Giace
  come su rogo il corpo tuo, nè il grave
  sonno assopì la piaga tua vorace.

  Dormi! Nato non eri tu a le prave
  opere dell’uccidere. Ora tace
  l’odio d’un dì sul capo tuo soave.
  Anche il tuo volto si componga in pace!...

  Ma, dietro, l’ombra della Genitrice,
  sovra l’eccidio degli adolescenti,
  di vite nuove gravata le braccia,

  «O nel creare ignaro — maledice —
  e astuto nella strage, Uomo, che avventi
  eternamente l’uomo a l’uomo in caccia!»


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