< Pagina:Cena - Homo.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
A uno straniero.
Non domandare, amico mio, qual gente tenga il paese delle belle forme. Il nostro genio in sale antiche dorme: n'assiste il sonno un popolo indolente.
Mentre dai monti al mar corron le torme a depredare il bel retaggio intente, su la terra che cela il sogno ardente dei padri monta un incubo deforme.
Tra le case senz'anima e le strade senza faccia, nei nuovi simulacri pur la materia umilïata appare.
O popolo, tu spazza le contrade d'Italia, e quest'obbrobrïo i lavacri d'Appennino e dell'Alpi urgano al mare!
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.