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112 trattato della pittura

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Cennini - Il libro dell'arte, 1859.djvu{{padleft:152|3|0]]macinato, o ariento, o oro di metà, tu ne puoi ancor cardare vestiri a modo antico, e farne certi adornamenti, i quali per li altri non molto s’usano, e fánnoti onore. Ma ciò che ti mostro, convien che per te medesimo adoperi sentimento in saperli ben guidare.


Capitolo CLXI.[1]

Dei colori che si adoperano in lavorare in carta.


Egli è verità, che di tutti i colori che adoperi in tavola, puoi adoperare in carta; ma voglionsi macinare sottilissimamente. Bene è vero che so’ certi colori che non hanno corpo, i quali si chiamano pezzuola, e quali si fa d’ogni colore: e non bisogna se non tòrre un poco di questa pezzuola di qual colore la si sia tinta o colorita, metterla in un vasellino invetriato, o in una coppa; mettervi della gomma; ed è buono a lavorare. Ancora si fa d’un colore di verzino bollito con ranno e allume di rôcca; e poi, quando è freddo, si macina con calcina viva, e fa una rosetta assai bella, e viene ad avere un poco di corpo.


Capitolo CLXII.

Del modo di lavorare in tela o in zendado.


Ora parliamo del modo di lavorare in tela, cioè in pannolino, o in zendado. E terrai questo modo in tela: che prima ti conviene mettere il telaio bene disteso, e chiavare prima e diritti delle cuciture; poi d’intorno intorno andare con chiovetti, distenderla egualmente

  1. Qui cominciano nel codice Riccardiano i nuovi capitoli aggiunti, ai quali noi abbiamo posto le rubriche che vi mancano.
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