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134 trattato della pittura

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CAPITOLO CLXXVIII.[1]

Come si può invernicare una tavola lavorata di verdeterra.


Troverai alcuni che il lavorìo che ti faranno fare in tavole in verde, vorranno che lo vernichi. Dicoti che non è usanza, e non il richiede il verdeterra; ma tuttavia contentar si vogliono. Or tieni questo modo, cioè: abbi raditura di carta pecorina: bollila bene con acqua chiara, tanto che vegna a una comunal tempera, cioè colla: e di questa colla con pennello di vaio grosso gentilmente e leggiermente da’ due o tre volte sopra le tue figure o storie, generalmente per tutto dove hai a invernicare. Quando hai data la detta colla ben chiara e netta, e ben colata due volte, lascialo il tuo lavoro seccare bene per ispazio di tre o di quattro dì. Poi va’ sicuramente con la tua vernice invernicando per tutto, che troverrai che il verdeterra vorrà così la vernice, come vuole[2] gli altri colori.


Capitolo CLXXIX.

Come, avendo dipinto il viso umano, si lavi e netti dal colore.


Usando l’arte, per alcune volte t’addiverrà avere a tignere o dipignere in carne, massimamente colorire un viso d’uomo o di femmina. I tuoi colori puoi fare temperati con uovo; o vuoi, per caleffare, ad oglio o con vernice liquida, la quale è più forte tempera che sia. Ma vorrai tu lavarla poi la faccia di questo colore,

  1. Qui riattacca il testo della edizione romana.
  2. Cioè: vogliono.
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