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di cennino cennini. 15

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Capitolo XXIV.

Primo modo di sapere fare una carta lucida chiara.


Questa carta lucida ti bisogna, non trovandone della fatta, farne per questo modo. Togli una carta di cavretto, e dálla a un cartolaio, e falla tanto raschiare che poco si tegna, e che la conservi raderla igualmente.[1] È lucida per se medesima. Se la vuoi più lucida, togli olio di lin seme chiaro e bello, e ugnila con bambagia del detto olio; lasciala bene asciugare per ispazio di più dì; e sarà perfetta e buona.


Capitolo XXV.

Secondo modo a far carta lucida di colla.


Se vuoi fare questa carta lucida per un altro modo, togli una pietra di marmo, o proferitica, ben pulita. Poi abbi colla di pesce e di spicchi, che vendono gli speziali. Mettila in molle con acqua chiara, ed in sei spicchi fa’ che sia una scodella di acqua chiara. Poi la fa’ bollire: e bollita, colala bene due o tre volte. Poi piglia questa colla colata, e strutta, e tiepida; e con pennello, a modo che tigni le carte tinte, così ne da’ sopra queste pietre che sieno nette; e vogliono essere le dette pietre prima unte d’olio di uliva. E quando questa colla, data su, è asciutta, togli una punta di coltellino, e comincia per alcun luogo a spiccare questa tal colla dalla pietra, tanto che con la mano possa pigliare questa così fatta pelle, o ver carta. E fa’ con temperata mano, acciò che questa cotal pelle tu la possi spiccare dalla prieta con salvamento, a modo di una carta. E se questa tale pelle, o

  1. Intendi: che sia sottile, e che il cartolaio mantenga (conservi) nel raderla un modo eguale.
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