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206 | Chi l’ha detto? | [663-665] |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Chi l'ha detto.djvu{{padleft:238|3|0]]à moi. — En politique, plus ça change, plus c’est la même chose» (En fumant, Paris, Lévy, 1861, pag. 54).
La stessa idea è resa nei graziosi versi del vaudeville:
663. Ce n’était pas la peine,
Non, pas la peine, assurément,
De changer de gouvernement.[1]
ritornello dei couplets cantati da Clairette dinanzi ai popolani del mercato nell’operetta La Fille de Madame Angot (a. I, sc. 14), di Clairville, Siraudin e Koning, musica di Lecocq. Citiamo anche la orribile versione italiana, molto libera (di L. Mastriani):
E la baracca così cammina.... |
Come si cita, ma non soltanto a proposito di politica, il grazioso ritornello di una canzone napoletana di Salvatore di Giacomo, intitolata E vota e gira!..., musicata da P. Mario Costa per la festa di Piedigrotta del 1889:
664. E vota e gira, ’a storia è sempre chessa.[2]
Ma d’altra parte non ha da essere neppur facile l’arte di governare se tutti si trovano concordi nel gridare sempre contro il governo, nel chiamarlo responsabile anche di ciò di cui è innocente. È ben in Italia modo comune di dire, non sempre per scherzo,
665. Piove, governo ladro!
di cui il Panzini nel Dizionario moderno, 3a ediz. (1918, pag. 258 e 442) spiega così l’origine. Nel 1861 i mazziniani avevano preparato a Torino una dimostrazione, ma il giorno fissato pioveva e la dimostrazione non si fece. Il Pasquino, noto giornale umoristico, pubblicò allora una caricatura del suo direttore, Casimiro