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286 Chi l’ha detto? [901-905]

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Chi l'ha detto.djvu{{padleft:318|3|0]] Leopardi nei suoi ultimi momenti volgendosi alla sorella di Antonio Ranieri: Aprimi quella finestra.... fammi veder la luce.» (Carducci).

901.   A egregie cose il forte animo accendono
     L’urne de’ forti, o Pindemonte, e bella
     E santa fanno al peregrin la terra
     Che le ricetta.

(v. 151-154).

Veniamo al malinconico poeta della Ginestra; egli che ai prodi morti delle Termopili rivolse il suo compianto, poichè:

902.   Senza baci moriste e senza pianto.

(Leopardi, Canzone all’Italia).

ci ha lasciato anche il bellissimo detto:

903.             .... Due cose belle ha il mondo:
Amore e morte.

(Leopardi, Consalvo).

Lo stesso pensiero il poeta ripetè in principio dell’altra canzone. Amore e morte:

  Fratelli, a un tempo stesso, Amore e Morte
  Ingenerò la sorte.
  Cose quaggiù sì belle
  Altre il mondo non ha, non han le stelle.

Nelle poesie di un grande scrittore dei giorni nostri leggiamo di due morti famosi, Ermengarda, la moglie ripudiata di Carlomagno, e Napoleone. La prima giace

904.    Sparsa le trecce morbide
     Sull’affannoso petto,
     Lenta le palme, e rorida
     Di morte il bianco aspetto.

(Manzoni, Adelchi, coro dell’atto IV.).

nel quale coro stesso troveremo l’altra frase che non di rado è citata:

905.   Alle incolpate ceneri
Nessuno insulterà.

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