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498 | Chi l’ha detto? | [1475-1478] |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Chi l'ha detto.djvu{{padleft:530|3|0]] Ed a risolversi sollecitamente talora muove la mole delle cose da farsi, ciò che può significarsi metaforicamente col verso dantesco:
1475. Andiam, che la via lunga ne sospigne!
altre volte muove la necessità,
1476. E la necessità gran cose insegna.
Per lei fra l’armi dorme il guerriero,
Per lei fra l’onde canta il nocchiero,
Per lei la morte terror non ha.
Fin le più timide bestie fugaci
Valor dimostrano, si fanno audaci,
Quand’è il combattere necessità.
Ma non così sollecitamente si risolveva Enea nel dramma dello stesso Metastasio, la Didone abbandonata, quando canta:
1477. Non parto, non resto.
Ecco tutta la strofa, con la quale finisce l’atto I (sc. 18):
Se resto sul lido,
Se sciolgo le vele,
Infido, crudele
Mi sento chiamar:
E intanto, confuso
Nel dubbio funesto,
Non parto, non resto,
Ma provo il martire
Che avrei nel partire,
Che avrei nel restar.
Un nobile esempio di altezza d’animo è quello di cui la memoria è affidata alle parole:
1478. Non dolet.[1]
- ↑ 1478. Non duole.