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[1506-1512] Sanità, malattie 511

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Chi l'ha detto.djvu{{padleft:543|3|0]] testo curato dallo stesso De Renzi nella Collectio Salernitana, to. I (Napoli, 1852).

1506.   Si tibi deficiant medici, medici tibi fiant Hæc tria: mens læta, requies, moderata diæta.[1]

(v. 19-20).

1507.   Si fore vis san us ablue sæpe manus.[2]

(v. 125).

1508.   Sex horis dormire sat est juvenique senique: Septem vix pigro, nulli concedimus octo.[3]

(v. 129-130).

1509.   Ut sis nocte levis, sit tibi cœna brevis.[4]

(v. 195).

1510.   Post cœnam stabis, aut passus mille meabis [o anche aut lento pede ambulabis].[5]

(v. 212).

1511.   Inter prandendum sit sæpe parumque bibendum.[6]

(v. 214).

1512.   Caseus ille bonus quem dat avara manus.[7]

(v. 387).
  1. 1506.   Se ti mancano i medici, te ne faranno le veci queste tre cose: animo lieto, riposo e dieta moderata.
  2. 1507.   Se vuoi esser sano, lavati spesso le mani.
  3. 1508.   Dormire sei ore è sufficiente si per un giovane come per un vecchio: concederemo a stento sette ore a un pigro, otto a nessuno.
  4. 1509.   Se vuoi esser leggiero di notte, fa corta cena.
  5. 1510.   Dopo cena riposa, o fa’ appena un miglio (ovvero cammina di lento passo).
  6. 1511.   Mentre desini, bevi poco e spesso.
  7. 1512.   Il cacio è buono se lo dai con mano avara.
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