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538 | Chi l'ha detto? | [1605-1609] |
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1605. Nous aurions souvent honte de nos plus belles actions si le monde voyait tous les motifs qui les produisent.[1]
(§ CCCCIX).
1606. On n'est jamais si ridicule par les qualités que l’on a, que par celles que l'on affecte d'avoir.[2]
(§ CXXXIV).
1607. Rien n'empêche tant d'être naturel que l'envie de le paraître.[3]
(§ CCCCXXXI).
La penultima di queste sentenze è meglio espressa nelle parole di Giacomo Leopardi:
1608. Le persone non sono ridicole se non quando voglion parere o essere ciò che non sono.
(G. Leopardi, Pensieri, IC).
§ 70.
Scienze e lettere, poesia, eloquenza e musica
1609. Non in solo pane vivit homo, sed in omni verbo, quod procedit de ore dei. [4]
(Evang. di S. Matteo, cap. IV, v. 4; cfr. Deuteron., cap. VIII, v. 3, e S. Luca, cap. IV, 4).
- ↑ 1605. Tante volte dovremmo vergognarci delle nostre più belle azioni se il mondo vedesse tutti i motivi dai quali siamo mossi.
- ↑ 1606. Non si è mai cosi ridicoli per le qualità che abbiamo, come per quelle che affettiamo di avere.
- ↑ 1607. Nulla impedisce la naturalezza più del desiderio di mostrarla.
- ↑ 1609. Non di solo pane vive l'uomo, ma di qualunque cosa che Iddio comandi.
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