Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
570 | Chi l'ha detto? | [1613-1617] |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Chi l'ha detto.djvu{{padleft:572|3|0]]
All’uomo di lettere può capitare anche di peggio, per esempio di sentirsi dire come Porzio Festo governatore della Giudea disse a S. Paolo:
1613. Insanis, Paule; multae te literae ad insaniam convertunt. [1]
Nè la dottrina valse a salvare dalla sventura o dalla persecuzione, specialmente in tempi nei quali la tristezza degli avvenimenti faceva dimenticare la nobile serenità degli studi. Chi non ha sentito ripetere le ciniche parole:
1614. La République n’a pas besoin de savants. [2]
Lavoisier, il fondatore della chimica moderna, fu una delle innumerevoli vittime della Rivoluzione francese: condannato a morte il 19 floreale dell'anno II con altri 27 fermiers généraux, salì sul patibolo l’8 maggio 1794. È leggenda diffusa e ripetuta con molte varianti in tutte le biografie di Lavoisier, che l’illustre chimico, dopo la sentenza, avesse chiesto al tribunale una dilazione per poter condurre a fine alcune esperienze e il capo del tribunale gli abbia risposto: «La République n’a pas besoin de savants». Questa brutale e stupida risposta è dai più attribuita a Dumas, presidente del tribunale rivoluzionario — a torto, che egli quel giorno non presiedeva — da altri a Fouquier-Tinville, che neppur lui era presente, da alcuni, con maggiore verosimiglianza, a Coffinhal, vicepresidente, che presiedeva il giorno della condanna di Lavoisier. J. Guillaume in una lettura tenuta alla Società di Storia della Rivoluzione il 29 aprile 1900, e stampata nella Revue Bleue del 5 maggio, pag. 557 (Un mot légendaire) cerca di dimostrare che la frase è inventata e che il primo a metterla in circolazione fu Grégoire nel suo terzo rapporto sul vandalismo, letto alla Convenzione il 24 frimaio anno III, sette mesi dopo la morte di Lavoisier.