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[1688-1690] Speranza, disperazione 565

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§ 72.



Speranza, disperazione





1688.   Tu non mi fai risolvere,
Speranza lusinghiera;
Fosti la prima a nascere,
Sei l’ultima a morir.
No, dell'altrui tormento
No, che non sei ristoro;
Ma servi d’alimento
Al credulo desir.

(Metastasio, Demetrio, a. I, sc. 15).
Cosi il Metastasio si lagna delle delusioni della ingannevole dea.

Citazioni adatte per coloro che serbano qualche fiducia nell’avvenire, sarebbero il versetto evangelico dei fedeli che non disperano dell’efficacia della preghiera:

1689.   Petite, et dabitur vobis; quærite, et invenietis: pulsate, et aperietur vobis.[1]

(Evang. di S. Matteo, cap. VII, v. 7 — S. Luca, cap. XI. v. 9).
e lo storico:

1690.   Je atans mon anstre.[2]

Il motto è antico, come lo mostra la ortografia, che modernamente sarebbe J'attends mon astre; ma fu verso il 1843 che Carlo Alberto fece coniare una medaglia (incisa da G. Galeazzi), la quale insieme con quel motto riproduceva un antico

  1. 1689.   Chiedete, e vi sarà dato; cercate, e troverete; picchiate, e vi sarà aperto.
  2. 1690.   Attendo la mia stella.
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