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le due prime canzoni | 125 |
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Che cosa era l’opuscolo molto sudato di cui il nostro parlava al Giordani con la lettera del 31 agosto? E come avvenne che i due amici si lasciarono senza aver concluso niente circa il volumetto di composizioni del Leopardi che il Giordani si era proposto di pubblicare egli stesso a Milano o a Piacenza? L’opuscolo molto sudato era, credo, il Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica, che rimane ancora inedito fra le carte napoletane. Il Leopardi, che lo destinava alla stampa, lo dovè leggere in tutto o in parte all’amico, il quale forse non lo approvò interamente. Il germe e il succo di quel discorso sta nel pensiero che leggesi a pag. 94 e seg. del vol. I dello Zibaldone, pensiero che Giacomo scrisse appena finite di leggere nello Spettatore le Osservazioni di Lodovico di Breme sopra la poesia moderna.
Quanto al mettere insieme le composizioni che il Giordani voleva raccogliere in un volumetto, il Leopardi non doveva avere che la difficoltà della scelta. Di scritti in prosa, oltre il Discorso intorno alla poesia romantica, aveva inedite le due lettere ai Compilatori della Biblioteca italiana sulla traduzione di tutti i poeti classici greci promessa dal Bellini, ed in risposta alla lettera di Madama Di Stael, la traduzione dei Frammenti di Dionigi d’Alicarnasso e la lettera al Giordani sopra il Dionigi; di poesia, oltre la Cantica su l’appressamento della morte, i cinque sonetti satirici sul Manzi, le iscrizioni triopee tradotte, e le due elegie. L’idillio Le rimembranze era stato già riprovato da lui.
Intanto però i due lavori più lunghi, il Discorso intorno alla poesia romantica e la Cantica non avevano, il primo probabilmente, il secondo certamente, ottenuta intera l’approvazione del Giordani. Oltre di ciò, per