< Pagina:Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

GLI IDILLI, LA CANZONE AL MAI EC. 161

Queste parole danno occasione ad un dialogo d'amo- re, che occupa tutta la prima parte del dramma. Gi- rone e Telesilla si amavano in segreto, ma finora nessuno dei due aveva manifestato all'altro l'amor suo; Girone anzi temeva di non essere corrisposto; ed ora quando, da una parola sfuggita a Telesilla, si accorge che il suo timore era vano, vuol sapere da lei quando e come cominciò ad amarlo; ed essa gli narra che ciò avvenne ad un torneo, dove egli fece mirabili prove di valore. Egli le risponde: Io quanto oprai Quel dì, per te l'oprai, nò cosa alcuna Ebbi tuttora in mente, altro che quindi Aver tu mi dovessi in qualche pregio, E que' sudori e que' perigli estremi E quel mio sangue ti movesse alquanta Compassion di me. Poi segue dicendo tutto ciò ch'egli sentì e provò mentre combatteva, guardando lei sola ed occupato soltanto di ciò ch'ella avrebbe pensato di lui. E con- chiude : Anima mia, Quando i' sarò lontano, e fra disagi E fra perigli sempiterni, e '1 mio Cordoglio struggerammi, avrai tu nullo Pensier di questo sfortunato ? TELBSILLA. Oh mai Non favellar così. Ma forse in breve Se' per lasciarmi ? GIKOKE. E forza, e immantinente Come t'ho ricondotta a Maloalto. TELESILLA. Oimè dunque sì tosto? Chiarini, Leo^). U

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.