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Capitolo XI. GIACOMO LEOPARDI A ROMA. 1822-1S23. Sommario: Partenza del Leopardi per Roma. — Incidente alla locanda a Spoleto. — Arrivo a Roma. — In casa Antici. — Le donne romane agli occhi di Giacomo. — Gli uomini di Roma. — La letteratura a Roma. — Giacomo apprezzato sol- tanto come erudito. — Malinconia del Leopardi per la non- curanza delle donne. — La grandezza materiale di Roma. — Insensibilità del Leopardi per le meraviglie di Roma. — Buone condizioni di salute durante la dimora a Roma. — Amicizia col cugino Giuseppe Melchiorri. — Conoscenze o amicizie a Roma. — Inviti a pranzo. — Vita divagata. — I teatri : il ballo veduto con la lorgnette. — La visita al se- polcro del Tasso. — In cerca di un impiego. — Rinunzia alla prelatura. — Supplica per un posto di cancelliere del oenso. — Trattative di nozze por la Paolina. Dovette essere un giorno ben lieto per il povero Leopardi quel 20 ottobre 1822 in cui egli potò scri- vere al suo cugino Giuseppe Melchiorri a Roma, pre- gandolo di trovargli pel prossimo inverno una dozzina buona e discreta in quella città. < Una camera, scri- veva, mi basterebbe; ma la vorrei calda, luminosa e sopratutto non a tetto, ossia in ultimo piano. Io man- gio poco, e non bevo vino : fo un pasto solo, con una piccola colezione la mattina.... verrei costà verso il mezzo novembre. > Finalmente i genitori consentivano al disgraziato figliuolo di uscire dall' inferno di Ilecanati. — Chi aveva operato questo miracolo? — Vedemmo nel capitolo secondo come il marchese Carlo Antici, zio materno di Giacomo, lino dal 1813