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LE < OPERETTE MORALI. > 241
stiene la tesi contraria, che cioè la vita è infelice, e perciò meglio è averla breve che lunga : il Fisico rap- presenta l'opinione comune, il Metafisico la filosofia dell' autore. Nelle altre prose c'è molta varietà di contenuto e di forma ; ed alcune di esse si collegano per un filo molto sottile al concetto generale che anima il libro, il qua! concetto ha, come dire il suo centro nella Scommessa di Prometeo e nel Dialogo della Natura e di un Islandese. Il Dialogo del Tasso è una disquisizione filosofica sul piacere e la noia; la quale disquisizione in ultima analisi concliiude a questo : che il piacere non esiste, essendo la vita umana intessuta di dolore e di noia; che è quanto dire che la vita manca del suo scopo, poiché gli uomini nascono e vivono al solo piacere. 11 Farini è un trattato, in dodici capitoletti, intorno alla gloria che può conseguirsi con le lettere e con le scienze, quella cioè alla quale mirò propriamente l'autore, quella che fu lo scopo di tutte le sue azioni, il sogno di tutta la sua vita. Discorse le difficoltà del conseguirla e del conservarla, il trattato finisce di- mostrandone la vanità. I Detti memorabili di Filippo Ottonieri, divisi in sette capitoletti, sono una specie di autobiografia dell' autore, il quale, sotto il nome di un personaggio immaginario, delinea alcuni tratti del suo carattere ed espone alcune sue osservazioni sin- golari. Interessante sopra gli altri è il primo capi- tolo, nel quale l'autore, parlando di Socrate, fa in parte il suo ritratto, un ritratto in cui la bruttezza del corpo e la bellezza e nobiltà dell'animo fanno un insieme simpatico e commovente. Nel Dialogo di Cristoforo Colombo si cercherebbe invano il Colombo della storia. Come in tutti gli altri scritti del Leopardi, anche qui l'attore principale è il Leopardi stesso, nascosto sotto la veste di uno degli interlocutori. Al Gutierrez che lo interroga se sia pro- Chiarini, Leop. 1<>