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Capitolo XIV. SEMPRE A BOLOGNA. 1826. Sommario: Il gran freddo dell'inverno 1825-26, — "L'Epistola ni Popoli. — Lettura all'Accademia dei Felsinei. — Teresa Car- niani Malvezzi. — Relazione del poeta con lei. — Amoretto per la Padovani. — Il poeta gode della crescente sua fama. — Saggio delle Operette morali pubblicato nella Antologia. — Nuove proposte del Vieusseux al Leopardi perchè scriva nella sua Rivista. — Coscienza di scrittore. — Trattative con lo Stella per la pubblicazione delle Operette morali. — La stampa dei Versi a Bologna. — Il Leopardi finisce il com- mento al Petrarca. — Monaldo tenta ricondurre all' ovile la pecorella smarrita. — Nobile rifiuto. — Giacomo si congeda dalla Malvezzi. Quell'inverno (1825-26) a Bologna fu molto rigido: cosi almeno parve al Leopardi; il quale, pur essendo rimasto incantato, come abbiamo visto, del soggiorno di quella città, fino dal 28 ottobre scriveva al fratello Carlo che era risoluto di accettare la cattedra di elo- quenza greca e latina a lioma, anche per sottrarsi a quel bestialissimo freddo bolognese; < che, diceva, mi ha talmente avvilito da farmi immalinconichire e di- sperare. > Il 18 gennaio 1826 scriveva al cugino Mel- chiorri: < Dei miei studi non posso dirti niente, perchè sto spasimando dal freddo, e non ho coraggio di star mez//ora a tavolino. Questo ò certamente V ultimo in- verno che passo qui. > E con la lettera già citata del 1° febbraio al Bunsen, ringraziandolo della cat- tedra offertagli in Germania, si scusava di non po- terla subito accettare, a cagione della sua salute e del freddo, che recava grandissimo pregiudizio alla sua malattia d'intestini. Ma sperava di guarire in

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