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L' ULTIMA DIMORA A RECANATI. 347
perchè ogni applicazione détta mente gli era impossi- bile, anche il dettare, anche il discorrerei La lettera fu letta anche dal Colletta, il quale, perduta oramai ogni speranza delle cattedre di Firenze e di Livorno per il Leopardi, stava tentando altre vie per venire in aiuto all' amico, p] gli scrisse una lettera affettuosa, pregandolo di contidarsi con lui e lasciandogli inten- dere che forse avrebbe potuto agevolargli il modo di tornare a Firenze." A questa lettera, che gli portava un raggio di luce, il Leopardi rispose, che l'orrore e la disperazione del suo stato era tale, ch'egli, pur d'uscire di Recanati, avrebbe deposto V antica alterezza, ed abbracciato qualunque partito, accettata qualunque offerta.'* Litanto anche un' altra speranza era venuta meno all' infelice poeta. Egli aveva concorso con le Operette morali al premio quinquennale di scudi mille, che do- veva conferirsi nel 1830 dalla Accademia della Crusca; e sapeva che alcuni degli amici suoi di Firenze avreb- bero sostenuta la sua causa. Egli sospettò per un mo- mento che l'Accademia volesse conferire il premio ai Promessi Sposi del Manzoni ; ma il sospetto fu vano. Invece il premio fu assegnato al Botta, e al Leo- pardi e a molti altri V Accessit. Ebbe notizia di ciò dal Vieusseux, il quale dolendosi del fatto, che giudicava ingiusto, gli diceva : < 11 buon Colletta ed io, dunque, non speriamo per farvi tornare a Firenze che sopra altre combinazioni. Caro amico, se poteste leggere nei nostri cuori, vedreste quanto vivamente siamo occu- pati di voi e del vostro avvenire. >^ Ad ogni giorno che passava, le smanie e la impa- zienza del Leopardi crescevano. Arrivato al 17 di marzo, prese la risoluzione di mettersi in viaggio, con quei pochi denari che aveva in serbo, per cercar salute
- Epistolario, voi. II, pag. 380.
- Idem. voi. Ili, pag. 291. » Idem. voi. II. pag. 381.
- Idem, voi. Ili, pag. 274.