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374 CAPITOLO XVIII.
Lo smodato amore del poeta per la Targioni, come non potè rimanere nascosto alla bella signora, così neppure ad alcuni amici di lui e di lei; e quelli che, come il Vieusseux, amavano veramente il Leopardi, dovettero esserne addolorati. Ma il Ranieri, amico anch' egli della signora, e, dicesi, amato da lei, avrebbe, secondo il Ridella, cer- cato di renderla pietosa a Giacomo, con la speranza forse che ciò potesse acquetare le smanie dell'inna- morato/ Se non che la pietà della signora avrebbe prodotto, come del resto era naturale, l' effetto oppo- sto. Io non credo che il Ranieri facesse quel cattivo servizio all'amico; credo piuttosto che, impensierito del misero stato di lui, sentisse il bisogno di strap- parlo, almeno per qualche tempo, a quell'amore che lo struggeva. Egli, per conto suo, era innamorato della Pelzet, ed aveva un gran desiderio di andarla a raggiungere a Roma, dove nell'autunno di quell'anno doveva recitare; ma gli doleva abbandonare l'amico, del quale s'era fatto oramai (cosa a tutti notoria e da tutti ammirata) il compagno inseparabile e l'in- fermiere. — Perchè non menarlo a Roma con sé, con la scusa di fargli passare l'inverno in un clima più dolce ? — La difficoltà era di indurre il Leopardi a lasciare Firenze; ma egli aveva oramai acquistato tale ascendente sopra di lui, che riuscì a persuaderlo. Le molte cose che il Ranieri scrive nel Sodalizio a proposito ài questa andata a Roma, dello condizioni di salute del Leopardi, del consìglio dei medici, ce, sono in gran parto favole. Sbaglia perfino il tempo della partenza, che fu ai primi, non sul declinare del- l'ottobre.» La risoluzione di partire fu improvvisa, tanto che gli amici stessi del Leopardi, che la seppero all' ultimo
- V«di BntlétAf Una ntntura pontuma di Oiaeomo Ltopardi eo.,
pag. 254.
- Vedi Sodalizio, p«g. 16, «d Kpittolarlo, voi. II, pag. 481.