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I DUE SODALI A NAPOLI. 417

Quelli che lo accusarono di egoismo, perchè in questi ultimi infelicissimi anni parve dimentico degli amici, non pensarono che questa apparente e for- zata dimenticanza fu forse uno dei maggiori dolori del poeta. Perchè da giovane aveva egli desiderato tanto ardentemente di uscire da Recanati V Per ve- dere il mondo, per conoscerlo e farsi conoscere da esso. Ed ora ecco che, giovine ancora, giunto al ter- mine di sua vita, pur vivendo in una popolosa città, si trovava di nuovo isolato dal mondo, quasi fosse a Kecanati. Aveva saputo nell'aprile 1834 dalla Maestri l'ar- resto e la carcerazione del Giordani ; la sola notizia del fatto, e poi niente altro. Ora scrivendo dopo più d' un anno alla Tommasini, la pregava : < Racconta- temi qualche cosa di Giordani ; del quale qui tutti mi domandano, e per lo più invano, non sapendosi qui nulla del mondo, se non a caso. Ditegli da mia parte le cose più amorevoli che sapete. Ricordatemi al Ta- verna, al Colombo e al Toschi, di tutti i quali è un secolo che non ho nuove. >' Quando il Giordani, dopo la morte del Leopardi, dubitando che questi non avesse corrisposto sempre al suo affetto, scrisse di lui al Brighenti quelle dure parole : — Pare che il cuore non corrispondesse al- l' ingegno — fu, senza volerlo, molto ingiusto verso l'amico suo. Quali sono le cose che il Leopardi pensò e scrisse nell'inverno dal 1834 al 1835? — Certamente i due canti Sopra tm basso rilievo antico sepolcrale e Sopra il ritratto di una bella donna scolpito nel monumento sepolcrale della medesima.

  • Epistolario, voi. ITI, pag. 13.

CuiABixi, Leop. 27

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