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LA < PALINODIA > E < LA GINESTRA >. 433

abbiamo accennati: Elpidio, un uomo d'età, che si scompiglia sulla fronte i peli della parrucca, che ha un'amante di cinquant'anni, che fervente di zelo canta le giovani e abbraccia le vecchie, e spera in cielo la mercede di sua molta virtù ; Galerio, un suo giovane discepolo, dal muso caprino, che, escluso per sempre dai piaceri di Venere, loda i raggi del giorno, loda la sorte del genere umano e benedice Dio; un terzo, innominato, che, disfatto dal mal francese, grida tos- sendo: Bella Italia, bel mondo, età felice, Dolce stato nioi-tal! Questi e molti altri (dice il poeta) che nimici a Cristo Furo insiu oggi, il mio parlare offende, Perchè il vivere io chiamo arido e tristo. E in odio mio fedel tutta si rende Questa falange, e santi detti scocca Contro chi Giobbe e Salomon difende. — ^acquetatevi, amici, — risponde il poeta ai suoi accusatori ; — se io dissi che la vita è infelice, le mie parole non vi toccano allatto: Che misera non è la gente sciocca. Il dolore e la noia, tormenti delle anime bennate, non hanno alcun potere su voi: alla vostra felicità bastano i maccheroni, le ostriche, i gelati, le donne; E il cor, che né gentil cosa, ne rara, Né il bel sognò giammai, né l'infinito. Come la Falinodia nell'intendimento dell'autore non toglieva niente alla stima ch'egli aveva per il Capponi e gli altri della società fiorentina, che pro- fessavano opinioni diverse dalle sue, così la satira 1 nuovi credenti non toccava affatto quei molti lette- rati napoletani, che, pure inchinando verso le dot- Chiarini, Leop. „

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