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GLI ULTIMI SCRITTI E LA MORTE. 449

lumi in un esemplare correttissimo e chiarissimo, ma il terzo, cioè il secondo delle operette morali, non posso mandarlo altrimenti, per la parte edita, che nell'edi- zione di Firenze, tal qual è: ' perchè mi è impossibile di fare i cangiamenti e le correzioni necessarie sopra quell'edizione, che è senza interlinee e senza margini. Però è indispensabile che di questo terzo volume io possa vedere le ultime prove di stampa, dove io farei i cangiamenti dovuti, che non sarebbero mai troppo gravi, né difficili ad eseguire. Senza questa condizione, difficilmente l'affare potrebbe avere eflfetto. >* L'enfiagione al ginocchio fu il primo grave indizio del prossimo disfacimento del misero corpo dell' infe- lice poeta. Non so se i medici la giudicassero poi come un fenomeno della idropisia, dalla quale, per giudi- zio loro, secondo afferma il Ranieri, il poeta fu spento. Il fatto è che anche cessata l'enfiagione, passato l'at- tacco di petto e la febbre, egli dovè rimanere in letto fino alla metà di marzo. Soltanto dopo questo tempo potè uscire qualche rara volta per passeggiare. Non avendo più febbre, aveva scritto al padre di essere convalescente ; ma quella che chiamava conva- lescenza, non era già un avviamento alla guari- gione, era una semplice sospensione di alcuni feno- meni morbosi, durante la quale le malattie, che gli rodevano alla radice le forze vitali, continuavano, lentamente e spietatamente, l'opera loro distruggi- trice. Cotesta sospensione durò fin verso la metà di maggio, quando un nuovo e più grave fenomeno si manifestò, del quale il poeta mise un breve cenno nella lettera al padre del 27 maggio, dicendo ch'era stato as- sai ito per la prima volta da un vero e legittimo asma che gV impediva il camminare, il giacere e il dormire. Egli,

  • È l'edizione del Piatti, Firenze, 1834, nella quale furono

pubblicati per la prima volta i dialoghi d'un Venditore d'alma- nacchi e d'un Passeggere, e di Tristano e d'un Amico. - Epistolario, voi. Ili, pag. 41. Chiarini, Leop. 29

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