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i genitori | 21 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu{{padleft:51|3|0]]furono facilmente lodati dai parenti e dagli amici, i quali non ne capivano niente; e le lodi fecero per qualche momento credere al giovine di avere qualche attitudine letteraria e qualche scintilla di poesia. Nel 1803 cominciò la pubblicazione delle sue opere «Opere | del conte | Monaldo Leopardi | Gonfalonieri | da Recanati (Macerata, presso Antonio Cortesi)»; ma accortosi a tempo del poco o nessun valore di quei suoi lavori letterari, arrestò la pubblicazione al primo volume, che conteneva una tragedia, Montezuma, una commedia, I tre fratelli, e poche liriche. Due altri volumi di opere drammatiche, fra cui sono pure due tragedie, Il convertito, e Il traditore, rimasero manoscritti.
Interrotta saviamente la stampa delle sue opere letterarie, non è a credere per questo che il conte stesse inoperoso. Benché accortosi di non essere poeta, seguitò a scrivere versi fino all’anno 1806, e li raccolse tutti in un volume manoscritto di Poesie sacre e profane, in fronte al quale scrisse nel 1830: «Queste poesie sono tutte fredde, snervate e brodo senza sale, e desidero con buona fede che nessuno si metta al caso di darmi ragione leggendole. Le conservo, perchè ad abbruciarle c’è sempre tempo, e perchè in ogni modo mi piace di rammentare che non ho passato gli anni giovanili nell’ozio, e non ho deturpato la penna scrivendo cose disconvenevoli a cristiano.» Seguitò anche a scrivere qualche commedia, che fece bene a lasciare inedita; e venne forse preparando alcuni degli altri lavori che pubblicò più tardi.
Il primo scritto che, dopo la pubblicazione delle opere letterarie, Monaldo diede alle stampe fu la Notizia della zecca e delle monete recanatesi, pubblicata a Recanati nel 1822. Due anni dopo pubblicò, pure in Recanati, La serie dei Bettori della Marca Anconitana, libro scritto in latino, al quale fece negli anni seguenti alcune aggiunte, che rimasero manoscritte; poi