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52 capitolo iii.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu{{padleft:80|3|0]]Osservazioni nella edizione degli Scritti leopardiani del Cugnoni sarebbero, a lavoro finito, diventate parecchi volumi, da superare, come osserva il Cugnoni stesso, di qualche centinaio di volte la mole del testo. Forse il Leopardi stesso dovette accorgersi di ciò, e forse per ciò lasciò incompiuto il lavoro. Ma ch’egli anche più tardi attribuiva ad esso una certa importanza, può desumersi dal fatto che ne diede una copia al De Sinner quando gli consegnò tutti i suoi lavori filologici.

Il Porfirio fu invece compiuto. Il titolo dell’opera è: Porphyrii|De Vita Plotini, et ordine Librorum ejus|Commentarius Græce et Latine|Ex versione Marsilii Ficini emendata.|Græca illustravit, et Latina emendavit|Jacobus Leopardi|1814. L’opera si compone: 1° di un Commentario delle vite d’uomini illustri per dottrina scritte dagli autori antichi; 2° delle Emendazioni al testo greco e alla traduzione latina fatta dal Ficino della Vita di Plotino scritta da Porfirio; 3° delle Osservazioni, nelle quali l’autore illustra Porfirio, e dà ragione delle proprie emendazioni. L’opera era di Giacomo e dal padre suo destinata alla stampa; la quale non potò avere effetto per cagione sì della spesa si di altre difficoltà; ma fu veduta nel manoscritto da uomini illustri del tempo italiani e stranieri, che, avuto riguardo all’età dell’autore, la giudicarono meravigliosa. La parte più meravigliosa, a giudizio dei competenti, sono lo emendazioni al testo greco di Porfirio, lo quali mostrano una conoscenza sicura della lingua, che l’autore, come sappiamo, aveva cominciata a studiare da solo un anno, ed un acume od un intuito felicissimi. Questo lavoro, di cui esiste un solo manoscritto (quello che fu dato dal Leopardi al De Sinner, e trovasi, ancora inedito, nella Biblioteca Nazionale fiorentina), fu intorno al 1830 comunicato dal De Sinner stesso, coll’assenso dell’autore, a Federico Creuzer, che aveva

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