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178 INFERNO. — Canto VII. Verso 76 a 93

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Distribuendo ugualmente la luce:
  Similemente agli splendor mondani
  Ordinò general ministra e duce,
Che permuttasse a tempo li ben vani,
  Di gente in gente e d’uno in altro sangue, 80
  Oltre la difeusion de’senni umani:
Perchè una gente impera, e l’altra langue,
  Seguendo lo giudicio di costei,
  Ched è occulto, come in erba l’angue.
Vostro saper non ha contrasto a lei : 85
  Ella provvede, giudica e persegue
  Suo regno, come il loro gli altri Dei.
Le sue permutazion non hanno triegue:
  Necessità la fa esser veloce;
  Sì spesso vien chi vicenda consegue. 90
Quest’è colei, ch’è tanto posta in croce
  Pur da color che le dovrian dar lode.
  Dandole biasmo a torto e mala voce.




V. 84. Qui esemplifica che lo ordine, overo scienzia di fortuna è alli intelletti umani cosi occulta come in erba l’angue. Questa occultazione è ad sensum, ad intelletto non è; e però che gli uomini sono disposti più alle sensitive ragioni che alle intellettuali, però gli è fortuna molto ignota.

85. Qui tocca la condizione di fortuna che è ignota al savere de’mondani; e però non possono contrastare a lei. 88. Qui mostra come sempre è in movimento e però per conseguente le mondane ricchezze hanno poco e corto stato; e però dice un proverbio: terzo grado poco gode di ricchezza. 91. Qui mostra come li filosofi da qui adrieto hanno diversamente oppinato che l’uno la tira in una parte e l’altro in l’altra, lo terzo ad uno altro modo, lo quarto tutto diverso da quelli: sichè a trascinare una cosa in cotanti modi non è se non a dire di porla in croce là dove tutte le parti si sottraggeno dal mezzo.

93. Altri che dicono ch’ella non fa quello ch’ella dee, che a uno cattivo dà ricchezza che non la spenderà, e uno che la saprebbe spendere lasse inope e povero.

Ivi. Qui scusa la fortuna che s’ella desse le ricchezze a quelli che le spenderebbono vertudiosamente, ella non sarebbe fortuna ma sarebbe natura, perchè ’l sarebbe a benessere del mondo, perchè la natura provede in necesssariìs: e così s’ella facesse poveri li cattivi, similemente ella sarebbe natura perchè natura non sovrabonda, perocchè natura non è fortuna. Certo è che natura non è fortuna perchè di natura è scienzia ed adovrasi in libero arbitrio; di fortuna non è scienzia e secondo l’autore lo libero arbitrio non ha contrasto con lei. I

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