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INFERNO. — Canto XII. Verso 16 a 34 241

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Lo savio mio in ver lui gridò: Forse
  Tu credi che qui sia il duca d’Atene,
  Che su nel mondo la morte ti porse?
Partiti, bestia, che questi non viene
  Ammaestrato dalla tua sorella, 20
  Ma vassi per veder le vostre pene.
Qual è quel toro che si slaccia in quella
  Che ha ricevuto già 'l colpo mortale,
  Che gir non sa, ma qua e là saltella;
Vid’io lo Minotauro far cotale. 25
  E quegli accorto gridò: Corri al varco;
  Mentre ch’è in furia, è buon che tu ti cale.
Così prendemmo via giri per lo scarco
  Di quelle pietre, che spesso moviensi
  Sotto i miei piedi per lo nuovo carco. 30
Io gìa pensando; e quei disse: Tu pensi
  Forse a questa rovina, ch’è guardata
  Da quell' ira bestial ch’io ora spensi.
Or vo’ che sappi , che l'altra fiata




Ippolito per occiderlo: Ippolito vedendo ciò si partio d’Atene e fuggì in altre parti.

L’allegoria della detta favola sì è che 'l detto re Minos di Greti era giusta persona e però facea giuste battaglie e consiglio ragionevile e dritto: e questo figura la gente ch’avea nell’oste ordinata e acconcia. Lo Minotauro figura lo figliuol che succedette poi nel reame, lo qual resse un tempo con consiglio di villani e bestiali, ed era tiranno. E però metten li poeti che in quanto era e teneva con consiglio bestiale, elli era mezzo bue e mezzo uomo: in quanto era tiranno si lo pognono che mangiava carne umana: e però ch’ebbe vita tirannica sì lo introduce Dante in questo capitolo che è dei tiranni.

V. 13. Che fu concetta, com’è detto nella vacca del legno. Qui mostra l’ira de’ tiranni iniqua, che a lor medesimi quando non puonno ad altri nuoceno.

16. Lo savio mio, cioè Virgilio.

17. Lo Duca d’Atene, cioè Teseo.

20. Ammaestrato, cioè da Adriana.

22. Segue lo poema esemplificando come appar nel testo.

29. Altro non vuol dire se non che n’andò col corpo: e questa è allegoria ch’ello fae poesia in lingua volgare.

31. Quasi a dire: come questa così fatta runa che dovrebbe ogni cosa a circolar figura, perchè è così fatto l’ordine del mondo.

34. Dice che per la morte di Cristo in su la croce fu grandissimi terremoti, per li quali quella roccia cadde. E testimonia in due modi: l'uno è quando elli andò là giuso introdutto Enea a par

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