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XII PREFAZIONE

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di lancia; e per guanciali usiam corazze,
per cuopripiedi frombole, archi e scudi,
e il (fronte inghirlandiam di catapulte!
Anche il tipo dello scroccone dovè essere antico,
quanto T assetto sociale. Eccone uno, già raffinato, in
Epicarmo (35, Kaibel):
Pranzo da chi mi vuole, sol che m’inviti; e da
chi non mi vuol: d’ invito non c’è necessità.
E li, son tutto spirito, fo slogar le mascelle
per le risa: chi il pranzo pagò, levo alle stelle;
e ov’osi contraddirlo qualcuno in checchessia,
mi vien la mosca al naso, e gli fo’ villania.
Poi vo via, rimpinzato di vivande e di vino;
ma non l’ho mica un bimbo, che mi schiari il
cammino! (’)
Solo soletto, incespico pel buio e m’ arrabatto;
e se per mala sorte nella ronda m’ imbatto,
l’ho per fortuna somma, rendo grazie ai Celesti,
se me la cavo solo con aver gli occhi pesti.
Quando così malconcio torno a casa, un giaciglio
per dormir, non lo trovo! E già, non me ne piglio,
sin che i fumi del pretto — m’annebbian l’intelletto!
Non c’è proprio bisogno di ricordare quante repliche abbia avuto questo motivo, dalla incomparabile pittura eupolidea (v. pag. 72) ai notissimi monologhi plautini.
(’) Cfr. la pórodos dei Calabroni.

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