< Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) I.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
GLI ACARNESI | 47 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Commedie di Aristofane (Romagnoli) I.djvu{{padleft:158|3|0]]
euripide
Che strilli?
diceopoli
Puoi comporre giù in terra, e stai per aria?
Sicuro, che li fai zoppi! E perché
cenci tragici indossi, lagrimosa
veste? Sicuro, che li fai pitocchi!
Ma ti prego in ginocchio, dammi, Euripide,
un qualche cencio di quel vecchio dramma....
Fare debbo ai corèuti un gran discorso;
e se non parlo come va, m’accoppano.
euripide
accennando un mucchio di stracci.
Che cenci? Quelli forse onde quest’ Èneo,
vecchio infelice, su le scene apparve?
diceopoli
Non d’ Èneo, no, ma d’uno più infelice.
euripide
Quei de l’orbo Fenice?
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.