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86 ARISTOFANE

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diceopoli

declama ispirato.
Tu qhe il boccon più ghiotto adduci agli uomini,
se anguille hai teco, fa’ ch’ io le saluti!

beota

cercando nel sacco delle anguille
Mbe’, jesci afora tu chi ssi’ la capa
de ste cinquanta figlie de Cupàide;
fa’ nu salute a quistu furastiere.

diceopoli

impugnando l’anguilla, con enfasi tragica.
\ O carissima, tu, tu da gran tempo
desiata, giungesti, o ai cori comici
grata, e diletta a Mòrico! — Qui, famuli,
il braciere e il mantice adducetemi. —
Vedete, o amici, questo fior d’anguilla
che, desiata, vien dopo sei anni!
Salutatela, o figli! Io della brace
per cuocerla vi do. (A un servo) Portala dentro.—
Da te neppur la morte, se di bietole
ti vegga cinta, fia che mi separi!

beota

Quante me da’ pe quessa?

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